Ci sono uomini single che hanno pure il coraggio di venirti a dire che loro sanno "checcossè l'amor". Che lo cercano, lo desiderano tanto. Tu credi alle loro parole perché alla fine sono parole loro, non gliele hai estorte, non li hai portati sul discorso. Anzi, non te ne frega proprio una mazza di cosa vogliono e cercano per sé. Ti racconteranno sempre che soffrono molto per un amore finito o mai nato, te lo presentano come un tesoro del loro cuore, senza rendersi conto che siam tutti sulla stessa barca, visto che una persona adulta media ha avuto delle storie, delle scornate e una vita emotiva un minimo articolata.
Dopo aver ascoltato le loro parole, ti metti ad osservarli a debita distanza, a volo d'uccello, sì d'uccello. E li vedi indaffaratissimi a tenere in ballo attivamente tre o quattro storie. Che le cerchino o meno, le donne arrivano e, senza pensarci due volte, le consumano. Vogliono la libertà di non legarsi con nessuna di loro, perché sono single: non ci vuole molto per capire che nella loro mente avvengono elaborati calcoli per renderizzare della nebbia volumetrica. Vogliono l'amore, sono single, e frequentano quattro ragazze. Roba che la fisica quantistica è meno complessa da intuire.
Sono uomini che non capendo realmente di cosa hanno bisogno, facendosi forza con quello che pensano di non volere, si mettono assieme alla "morosa liquida": da quattro donne che hanno per le mani tiran fuori il tempo e le energie che dedicherebbero a una persona, illudendosi così di essere liberi, disimpegnati, sessualmente attivi, piacenti. Le vezzeggiano con messaggi, visite a domicilio, conforto quando serve e anche compagnia. A tutte racconteranno che vogliono essere liberi, che hanno sofferto molto, che sono contenti di averle vicine, e che per loro sono speciali.
Invece di avere una vera persona speciale nel loro cuore, hanno trovato questa soluzione di mezzo, la morosa liquida che non sanno nemmeno di avere e li farà regredire allo stadio di protozoi e particelle immerse nel brodo primordiale: grande potenziale, ma esprimibile in improbabili ere geologiche.
Questa non è libertà, è essere stronzi con se stessi e con tutto l'amore che si dice di avere dentro.
[ai sensi delle norme sulle pari opportunità, il post è valido ambosessi, e può anche essere letto in chiave "moroso liquido", ma sinceramente io quattro uomini al colpo non li reggerei neanche come volontariato deducibile dalle tasse]
aprile 12, 2013
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5 commenti:
Giusto l'altra sera parlavo con sconosciuti, compari di vino. Quando voglio sono proprio una troia, e attacco bottone anche con i muri. Nel mezzo di un calice di Bianco ridevamo sul fatto che esistono anche donne che si pregiano di riuscire a gestire tre o quattro rapporti contemporaneamente. Non è prerogativa puramente maschile; certo meno usuale, ma comunque distintivo di modo più che di genere. Certo, ad essere precisi, dovremmo sforzarci di trovare innanzitutto la nomenclatura corretta per queste nuove strane forme per relazionarsi. Come si può parlare di un rapporto quando si distribuisce il nostro tempo, dedicandolo a più di una persona? Personalmente, faccio fatica già a gestire me stesso ed una sola pretendente al trono. Ho un terrore sacro di dovermi impegnare contemporaneamente di più di una donna, fosse anche solo per una questione di sesso. Psicologicamente lo troverei irrispettoso, organizzativamente parlando poi sarebbe un incubo. E tutto questo per un po' di sesso? Che sicuramente non sarebbe poi così soddisfacente... visto che una tale situazione presupporrebbe un buon livello di distacco emotivo nei confronti delle arrapanti donzelle? No, grazie.
Detto questo, collateralmente mi sono sentito preso in causa leggendo il post. Perché è facile dirlo: sono single, e non ho una una persona speciale nel mio cuore. E' triste, perché credo di avere ancora l'asticella del serbatoio per un rapporto di coppia ben alta. Sì, è triste. Lo è perché mi piacerebbe assai ritornare a provare certe emozioni trepidanti; eppure - mi dico - buttarsi, mettersi in gioco - bisogna farlo né con troppo raziocinio o senza trasporto, ma neanche senza tendere una piccola rete di sicurezza che ti possa permettere di guardare la relazione con gli occhi aperti. Occhi non completamente appannati dal desiderio di non rimanere soli. Sta di fatto che dopo i quaranta (e qui parlo di me :-) è difficile abbandonare la propria indipendenza, le proprie abitudini.
E se allora ci si avvicina a delle amiche - perché tali sono e rimangono, anche quando capita di andarci a letto - magari vezzeggiandole un po', dandole conforto quando ne hanno bisogno... ecco, mi pare non sia un'azione tanto stronza nei confronti dell'amore. E' piuttosto una forma di empatia, di mutuo soccorso, tra persone che onestamente riconoscono che si trovano bene insieme ma non così bene. E' triste? Forse. Disonesto? Non credo. Mia madre dice sempre che le persone hanno una scorta inesauribile di amore, e questo si può declinare in tanti modi. Nella trasparenza della cosa, nell'avvicinarsi ad altre persone e condividere una parte di noi, non si perde in libertà e né ci si guadagna, nè si va a discapito del consumare l'altra persona. Non si tratta di voler essere disimpegnati, non si tratta di non sapere di cosa si ha bisogno, ma di non trovare la cosa di cui si ha bisogno.
Al riparo di un commento a parte posso solo dare la mia definizione trasversale, perentoria, buona per tutti: MORTI DI FIGA.
Urca dall'interfaccia di blogger avevo letto solo la parte iniziale del commento. Non avevo letto invece la seconda parte che mi piace tantissimo :*
Sì ok alla relazione unica ma siamo anche pratici: metti caso che la persona amata muore?
Se la persona amata muore è perché le hai attaccato una malattia venerea mortale, porco promiscuo
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